I Querceti / i boschi originariamente più diffusi

 

Le querce che si trovano più ampiamente diffuse sono la roverella (Quercus_pubescens) e il cerro (Quercus_cerris), che formano dei soprassuoli, più o meno puri e densi, su tutta la superficie forestale, fino a circa 750 m di quota. La maggiore estensione di questi boschi è comunque tra i 400 e i 600 m.
Solitamente sono formazioni forestali trattate a ceduo, secondo quanto era imposto dall'economia di epoche passate. Il legno di tali piante veniva infatti impiegato come legna da ardere, o per la produzione di traversine ferroviarie. Di fronte alle mutate esigenze del mercato rimangono solo due possibilità per una rivalutazione del legname prodotto da questi boschi: l'avviamento all'alto fusto o il miglioramento dei cedui esistenti. L'utilizzazione a ceduo consiste in tagli periodici abbastanza ravvicinati nel tempo (15-20 anni). Durante il taglio, vengono rilasciate un certo numero di piante madri (matricine) per ettaro (100-120), in modo da garantire la rinnovazione naturale, accanto alla ricrescita dei polloni dalle vecchie ceppaie. Le ceduazioni possono aver favorito l'insediamento di certe specie, soprattutto quelle che, più di altre, reagiscono prontamente al taglio con l'emissione di più fusti o polloni. Un esempio è rappresentato dal carpino nero (Ostrya_carpinifolia), presente in gran quantità in certi soprassuoli.

In genere questi boschi presentano un notevole strato arbustivo ed erbaceo, forse dovuto allo stato di abbandono in cui si trovano; le specie che fanno parte del sottobosco variano secondo l'esposizione ed il tipo di terreno. La roverella (Quercus_pubescens) è una specie submediterranea, eliofila, xerofila e termofila, quindi la ritroviamo in esposizioni calde, assolate ed in luoghi asciutti. Vegeta su terreni di varia natura, adattandosi bene anche a quelli calcarei aridi e rocciosi. In popolamenti luminosi, lungo i versanti più aridi e caldi, al di sotto del piano dominante si insedia uno strato arbustivo costituito da ginepro (Juniperus_communis), citiso (Cytisophyllum_sessilifolium), biancospino (Crataegus_monogyna) e Rosa_canina. In stazioni più fresche la roverella si trova consociata con cerro (Quercus_cerris), rovere (Quercus_robur), carpino nero (Ostrya_carpinifolia) e nocciolo (Corylus_avellana). Ad essi si aggiungono il ligustro (Ligustrum_vulgare), ginestrella (Emerus_major), vitalba (Clematis_vitalba), tamaro (Dioscorea_communis), edera (Hedera_helix), fusaggine (Euonymus_europaeus) e robbia (Rubia_peregrina).

Il cerro segue in altitudine la foresta di roverella, rispetto alla quale predilige ambienti più freschi; infatti è una specie mesofila sia nei riguardi della temperatura che dell'acqua. Vegeta su tutti i tipi di terreno, compresi quelli più argillosi. Nei terreni particolarmente freschi il cerro si ritrova consociato al carpino bianco (Carpinus_betulus), talora confuso col carpino nero data la stretta somiglianza delle foglie (il primo è riconoscibile per la mancanza delle nervature terziarie poste alla base della pagina inferiore); al cerro e al carpino bianco si può unire talvolta il nocciolo (Corylus_avellana). Altre piante arboree decidue presenti nei querceti sono il carpino nero, l'orniello (Fraxinus_ornus), la rovere, l'acero campestre (Acer_campestre) e la stessa roverella; vanno inoltre ricordati i due sorbi (Sorbus_domestica e Sorbus_torminalis).

Facilmente individuabili nella stagione della fioritura sono anche il maggiociondolo (Laburnum_anagyroides), pianta interamente velenosa, riconoscibile per i suoi fiori gialli che pendono a grappolo, il ciliegio (Prunus_avium) e il pero (Pyrus pyraster) *****************da aggiungere: questi ultimi con i loro caratteristici fiori bianchi.

La flora arbustiva è anch'essa particolarmente abbondante ed è rappresentata da corniolo (Cornus_mas), sanguinello (Cornus_sanguinea), biancospino e fusaggine. Sono presenti anche piante lianose come il caprifoglio (Lonicera_caprifolium) che si avvolge su alberi ed arbusti e forma abbondanti fioriture profumate in giugno-luglio, se posta in condizioni di luce favorevole; in popolamenti densi, al contrario, lo si ritrova strisciante sul terreno dove difficilmente riesce a fiorire. Altre specie lianose sono il tamaro e la vitalba, quest'ultima particolarmente infestante.

Alla famiglia delle querce, oltre a roverella e cerro, vanno aggiunti il leccio (Quercus_ilex), la rovere (Quercus_petraea) e la quercia rossa (Quercus_rubra).
Il leccio è una quercia sempreverde che, se per lo più si presenta in esemplari isolati, nei pressi di Gricigliano, Montebonello e sul versante Est di Poggio Bardellone (Paretaio) si sviluppa in maggiori addensamenti. Si tratta di località che ben esemplificano tre situazioni diverse in cui si ritrova il leccio. Sotto Gricigliano ci sono degli esemplari di alto fusto, che formano il piano dominante. Il piano dominato è costituito da specie arboree cedue ed arbustive tra cui: tasso (Taxus_baccata), orniello, lentaggine (Viburnum_tinus), sambuco (Sambucus_nigra), alloro (Laurus_nobilis), nocciolo e ginestrella.
Nel piano inferiore troviamo: pungitopo (Ruscus_aculeatus), olivella (Daphne_laureola), edera, pervinca (Vinca_major), felce maggiore (Asplenium_onopteris) e gigaro (Arum_italicum).

A Nord di Montebonello, lungo il pendio che degrada sulla Sieve, esposto a Oriente, si ritrovano numerosi cedui di leccio, di piccole dimensioni. Ad essi si uniscono a formare lo strato arboreo, cedui di orniello, carpino nero e roverella. Vi è poi una folta rappresentanza di specie arbustive ed erbacee, alcune tipiche di queste esposizioni soleggiate e riparate dai venti, che vegetano facilmente anche su terreni superficiali come questo; fra le principali si segnalano: ginestra di Spagna (Spartium_junceum), lonicera (Lonicera_etrusca), cisto rosso (Cistus_creticus), cisto a foglie di salvia (Cistus_salvifolius) e lavanda (Lavandula_angustifolia).

Nella zona del Paretaio (sul versante orientale del Poggio Bardellone, a monte di Pontassieve) troviamo invece il leccio consociato alle conifere. Fra le sempreverdi di alto fusto, si ritrovano pini (Pinus_nigra, Pinus_sylvestris, Pinus_pinea) e cipressi (Cupressus_sempervirens). Qui troviamo anche le latifoglie che, tranne alcuni esemplari, sono in forma cedua; fra di esse roverella, sorbo, orniello e carpino nero.
Fra gli arbusti notiamo: cisto rosso, caprifoglio, biancospino, lentaggine e ginestra. Lo strato erbaceo è invece scarsamente rappresentato.

La rovere (Quercus_petraea) è considerata specie mesofila. Vegeta solitamente in esposizioni fresche, consociata ad altre latifoglie, principalmente roverella. La flora che vive sotto questa quercia è simile a quella che si ritrova nei querceti a roverella, sia pure con qualche presenza di specie più igrofile o che provengono da piani vegetazionali superiori, cioè più freschi. Non è facile trovarla in formazioni pure, per lo più si incontrano esemplari isolati o piccoli gruppi.

La quercia rossa (Quercus_rubra) è stata impiegata soprattutto per dei rimboschimenti, sia mista ad abete, che a cerro, carpino e castagno, principalmente sul Poggio Ripaghera in esposizioni Sud-Ovest, su terreno in forte pendenza e un'altitudine compresa tra 800 e 850 m. Questa quercia, originaria dell'America, è caratteristica per la colorazione rossastra che assume in autunno e per le foglie di dimensioni molto più grandi rispetto alle nostre querce. Sotto di sé forma nel periodo autunnale un'abbondante lettiera che protegge il terreno dall'erosione, nonostante la forte pendenza in cui è stata messa a dimora.