Piccolo albero dalla chioma arrotondata e tronco tortuoso; le estremità dei rami tendono prima verso il basso e poi verso l'alto. Caducifoglio, di lento accrescimento, altezza: 5-12 m. La corteccia, grigio-marrone, ha leggere fessure che si formano a partire dal secondo anno d'età. Le gemme sono piccole, rossastre, appressate al ramo. Le foglie sono opposte e piccole, con tre lobi principali dalle estremità arrotondate e due lobi basali più piccoli. Il lobo mediano è a lembi paralleli. In estate sono verde opaco sopra, lanuginose sotto. In autunno la foglia diventa giallo-ambra. La fioritura avviene tra aprile e maggio ed è contemporanea all'emissione delle foglie. I piccoli fiori giallo-verdi formano corimbi eretti. Le nuove foglie sono rosacee. Il frutto (samara) ha le ali disposte in linea quasi retta. Le ali sono spesso sfumate di rosa.
È un albero spontaneo in tutta Italia. L'acero campestre è stato utilizzato anche come pianta da giardino, dato che se si lascia crescere senza potature o piantata isolata, può raggiungere anche altezze considerevoli. È frequente nei boschi misti di latifoglie nelle zone collinari e in bassa montagna (fino agli 800 m.), dove predilige posizioni solatie, pur essendo tra gli aceri quello meno esigente per la temperatura; in questi boschi è tradizionalmente governato a ceduo, per la produzione di legna e di carbone. Vegeta su terreni freschi e profondi, rifuggendo quelli troppo umidi o troppo aridi: è dunque complessivamente pianta mesofila.
Tradizionalmente usato come tutore vivo della vite nella "piantata", paesaggio classico della mezzadria. I filari di viti, sostenuti dagli aceri, erano alternati a piccoli campi seminati a cereali. L'acero, oltre a sostenere la vite, forniva legno da fascina e le foglie erano usate come integrazione allo scarso foraggio. Qualche esemplare più grande si trova ancora vicino alle case contadine, dove si è fatto apprezzare anche per la chioma compatta che proietta una fitta ombra. È anche usato per la formazione di siepi, dato che sopporta molto bene la potatura, anche intensa. Quasi scomparsa la "piantata", l'acero campestre resta comunque tenacemente legato al territorio grazie alla sua consolidata rusticità ed alla facilità di propagazione tramite i suoi caratteristici frutti alati.
Il legno d'acero è usato per il fondo, le fasce laterali e i manici dei violini: Antonio Stradivari fu il primo a usare un ponte d'acero per sostenere le corde.
Specie protetta!