Questa specie di quercia, solitamente trattata a ceduo, se lasciata crescere può raggiungere i 20 m. Ha una corteccia scabra, fessurata longitudinalmente, di colore bruno-grigiastro. Le gemme sono grigiastre, tomentose; le foglie sono alterne, semplici, lobate, con picciolo tomentoso. La lamina è verde scuro, glabra di sopra, decisamente pelosa sotto. Con l'età la pelosità tende ad attenuarsi. Le foglie secche persistono sull'albero durante l'inverno, dando ai nostri boschi il tipico color ruggine. Gli amenti maschili sono cilindrici, i fiori femminili sono portati in spighe; fiorisce tra aprile e maggio. Il frutto, sessile o con breve peduncolo, è coperto per metà dalla cupola.
La specie di quercia più diffusa sul territorio, dove occupa suoli superficiali e pendici soleggiate, in boschi cedui e cespuglieti fino ai 1.200 m. Si adatta a terreni calcarei, argillosi, aridi, rocciosi. Eliofila, sensibile al gelo, tra le querce è una delle più adattate a sopportare condizioni di aridità.
Le ghiande sono molto appetite dai cinghiali, e i boschi di roverella erano pascolo un tempo per i maiali. Nei periodi di grande carestia se ne sono alimentati i poveri contadini mentre, più recentemente, si tostavano per trarne un surrogato del caffè.
Specie protetta!