Puoi scaricare la traccia per seguire l'itinerario attraverso il tuo smartphone:
L'itinerario descritto in questa pagina non è segnalato e può presentare ostacoli e difficoltà impreviste, anche legate alle condizioni meteorologiche e del terreno. Prima di avventurarvi nel percorso organizzatevi con mappa e/o GPS, attrezzatevi in modo adeguato (scarponi, pantaloni lunghi, ecc.), calcolate i tempi di percorrenza con sufficiente elasticità per poter affrontare anche lunghe deviazioni!
Accesso e Parcheggio: Le Colline sono raggiungibili da Pontassieve attraverso Monterifrassine e Tigliano, dove si dirama una ripida e stretta strada asfaltata che sale alle Colline. Arrivati sul crinale, quando vedremo aprirsi la Valle di Galiga ai piedi del Monte Giovi, lasceremo l'auto lungo una strada sterrata che si dirama sulla sinistra, cercando di non intralciare il passaggio.
Lunghezza: 8 km. Dislivello: 350 m.
Punti d'appoggio: negozi e bar a Pontassieve, Molino del Piano.
Iniziamo seguendo la strada che scende a Galiga e finito l'asfalto, seguiremo la strada comunale che continua verso la chiesa di S. Lorenzo (sulla cima dello sprone a Nord-Est), prendendo a sinistra, per il vecchio piccolo cimitero. Qui, le ripetute escavazioni di galestro hanno denudato il crinale esponendolo al dilavamento delle acque che scendono lungo i calanchi. Saliremo una traccia di strada vicinale che risale i calanchi e, oltre a notare le poche specie adattate a un ambiente così ostile, arriveremo ad incrociare la strada vicinale per Aceraia, che ci porterà verso Nord (segnalata come sentiero 7).
Questa vicinale in un primo tratto si sviluppa attraverso un querceto costituito da roverella, cerro e altre specie arboree come carpino e orniello. Fra le altre specie si notano lavanda, elicriso, ginestra e ligustro.
Lasciato il querceto, ci si addentra in un castagneto dove, sempre lungo il sentiero, vi è presenza di sorbi, ginestra dei carbonai, ginepro, nocciolo e felci. Più avanti il castagno è sostituito da una copertura prevalente di carpino nero e querce.
Giungiamo quindi a uno slargo della strada, dove si diramano le vecchie vicinali per Violana e Aceraia; siamo alla Croce d'Aceraia (650 m). Sulla destra possiamo vedere dei rimboschimenti di douglasia e di pino nero, mentre il resto dello guardo è occupato da ampie zone per lo più a pascolo.
Si continua sulla destra per il sentiero che porta ad Aceraia, evitando di calpestare i pascoli. Giunti alle case si prenderà per la ripida carrareccia che scende a Sud, diventa un sentiero sempre più intricato, passa per dei rimboschimenti e cala infine nel Fosso Doccione, che si attraversa. Da qui si risale, con panoramici scorci, fino allo sprone su cui sorge la chiesa ( e, un tempo, l'antico castello).
Variante: dalla Croce d'Aceraia si può scendere a sinistra per Violana (sentiero 6). Giunti alla casa colonica, si risale poi a Est per i bei Prati di Violana, fino a recuperare la strada d'Aceraia, poco sopra al cimitero di Galiga. Da qui si prende a sinistra la strada verso Campicozzoli e la Cascina delle Colline, e da qui al punto di partenza.
L'area di Galiga è certamente suggestiva, protesa sul profondo solco del torrente Argomenna e affacciata di fronte al Monte Giovi. Molte strade vicinali e sentieri conducono in ambienti naturali di grande interesse, che meritano di essere conosciuti da vicino. Si potrà, ad esempio, discendere gran parte della valle dell'Argomenna (un torrente che porta il nome di un semi-dio etrusco) partendo dalla fattoria di Galiga o dalla Casa Abetina, utilizzando le strade pubbliche vicinali che portano a Pagnalle (insediamento alto-medievale) e a Campitroti. Da qui si diramano altre strade vicinali pubbliche che portano in ambienti di grande interesse: quella che sale verso Aceraia lungo un bel crinale coperto da lavanda e altri arbusti tipici degli ambienti rocciosi e dilavati; quella che porta a Pian di Gemini e, superati i ruderi della casa medievale, arriva a Petroio e, da qui, a S. Maria in Acone e Montebonello, ed infine la strada vicinale che scende nell'Argomenna in corrispondenza dello scenografico mulino.