Puoi scaricare la traccia per seguire l'itinerario attraverso il tuo smartphone:
L'itinerario descritto in questa pagina non è segnalato e può presentare ostacoli e difficoltà impreviste, anche legate alle condizioni meteorologiche e del terreno. Prima di avventurarvi nel percorso organizzatevi con mappa e/o GPS, attrezzatevi in modo adeguato (scarponi, pantaloni lunghi, ecc.), calcolate i tempi di percorrenza con sufficiente elasticità per poter affrontare anche lunghe deviazioni!
Accesso e Parcheggio: Montebonello (frazione del Comune di Pontassieve) è praticamente un sobborgo della Rufina, posto al di là della Sieve, quindi facilmente raggiungibile da Pontassieve e Firenze con la Statale 67, oppure in treno (stazione di Rufina). L'auto si parcheggerà agevolmente in piazza Pertini, di fronte alle scuole di Montebonello.
Lunghezza: 4,5 km. Dislivello: 200 m.
Punti d'appoggio: Bar e negozi di alimentari a Montebonello.
Si parte dal centro del paese di Montebonello incamminandosi lungo la strada per Acone. In corrispondenza della Casellina di Moro si lascia sulla destra una deviazione che conduce alla gora e alla pescaia della vecchia cartiera, dove si può studiare la vegetazione riparia; continuiamo invece a salire per la strada d'Acone fino ad un gruppo di case. Qui, poco prima di una cava dismessa, si dirama sulla destra una stradina che, appena superata un'abitazione, diviene sterrata.
Ignorando le varianti che scendono a sinistra o salgono sulla destra, proseguiremo sulla stretta stradina, quasi sentiero, che segue il tracciato dell'antica via Colognolese. Con un andamento pressoché pianeggiante, questa fu per secoli la principale strada di collegamento con la vallata di Colognole, prima che venisse costruito il ponte sulla Sieve agli Scopeti. Quello che adesso sembra uno stretto sentiero, ad un esame più attento rivelerà il suo passato di strada carreggiabile che percorreva una ripida scarpata sulla Sieve, sorretta da notevoli opere murarie (perciò fate attenzione al lato destro). Il fiume corre 30 metri più in basso, nascosto dalla vegetazione. Sopra di noi, a sinistra, la scarpata sale ripidamente, in un alternarsi di strati arenacei e calcarei, coprendo un dislivello massimo di 300 m (dal letto della Sieve al culmine). Proprio la presenza del calcare e la netta esposizione a Est di tutto il costone ha determinato lo sviluppo di una lecceta, che d'inverno spicca nettamente nel paesaggio di queste colline, altrimenti dominato dalle querce caducifoglie e dai carpini. Il leccio si accompagna comunque a piante di roverella, orniello e carpino nero, mentre si intravedono sporadiche presenze di cipressi, forse eredi di quelli un tempo piantati per consolidare la scarpata. Il microclima favorevole permette la crescita di una notevole varietà di erbe, arbusti e suffrutici, fra i quali spiccano: cisto rosso e cisto a foglie di salvia, ginestrella, ginestra dei carbonai, ligustro, lentaggine, lavanda, elicriso, finocchio selvatico, etc.
Purtroppo parte della strada è franata e, in corrispondenza delle frane bisogna mettere in atto delle tecniche di autoassicurazione, oppure cercare un passaggio alternativo sul ripido costone a monte. Sussistono quindi pericoli oggettivi che devono essere affrontati con tecnica e attrezzatura adeguata.
Passato il tratto più critico, la strada si dirige verso una doppia fila di cipressi che scendono dal crinale Nord (evidentemente segnalavano i confini di una proprietà) e arrivano fin quasi alla nostra strada, in corrispondenza di una collinetta coperta da vecchi olivi, in parte abbandonati (Poggio Castiglionchio). Salendovi, per un sentiero sulla sinistra, si potrà gettare lo sguardo sul buio vallone che sale, a Nord-Ovest, verso Poggio Lupaio. La collinetta, che offre un discreto panorama, fu oggetto di uno scavo preistorico che ha evidenziato un insediamento di pastori-cacciatori del Neolitico.
Riscesi sull'antica Via Colognolese, potremo quindi tornare sui nostri passi.