Si tratta di un grande albero caducifoglio che può raggiungere i 30-35 m d'altezza, ma può assumere una forma bassa e contorta sui crinali appenninici spazzati dal vento. Ha una corteccia liscia e grigia, argentea, gemme acute bruno chiare. Le foglie sono picciolate, alterne, con lamina ellittica. La fioritura avviene tra aprile e maggio, assieme alla fogliazione, con amenti maschili penduli, tondeggianti, e infiorescenza femminile eretta.
Si ritrova tra gli 800 e i 2.000 m. Si tratta di una latifoglia tipica di climi con escursioni termiche poco accentuate, che esige un'elevata umidità atmosferica ed è piuttosto sensibile alle gelate primaverili e al vento. Non è soggetto a gravi malattie parassitarie, anche se viene attaccato da alcuni insetti appartenenti alla specie delle Fagocybe che, con le loro punture, provocano lesioni puntiformi di color grigio alle foglie. Non tollera l'insolazione intensa a causa della scarsa protezione offerta dalla fine corteccia, pertanto in piena estate intere piante possono disseccarsi a causa del cosiddetto "colpo di sole".
I frutti, presenti ogni 5-6 anni su piante di almeno 60 anni, sono le "faggiole", composte da una cupola spinosa a quattro valve che racchiude due acheni. Commestibili, sono il nutrimento di ghiandaie, scoiattoli e caprioli. Possono essere mangiate crude, in piccola quantità, o meglio cotte come le castagne, in modo da eliminare la presenza di un alcaloide velenoso termolabile. Il legno, di color rosso-brunastro, si piega e può essere tornito facilmente, ed è un materiale ideale per i mobili, per la sua grana fine e la mancanza di nodi.
Specie protetta!