Pianta rigida, eretta, spinosa, con un fusto fiorifero ramificato, striato; alta 10-60 cm. Foglie amplessicauli, lanceolate, spinescenti al margine. Capolini solitari all'apice dei rami, terminali, con due anelli di brattee e corolla giallo-porporina. Le brattee esterne sono lanceolate e cotonose, con una sfumatura verde o purpurea e una punta rigida e pungente. Le brattee interne sono strette, di color giallo paglierino e solitamente allargate all'infuori. Fioritura da giugno a settembre.
Si ritrova comunemente in cedui, pascoli aridi, incolti e lungo i sentieri fino a 1.000 m.
Il nome si ricollega ad una leggenda: si racconta che l'esercito di Carlo Magno fosse preda della peste. Alle preghiere dell'Imperatore comparve un angelo che lo invitò a scoccare una freccia: la pianta su cui sarebbe caduta avrebbe curato la malattia. Si trattava dunque di questa pianta che, effettivamente, ha proprietà simili a quelle della canfora e venne in seguito adoperata dagli erboristi come antisettico. I capolini che si chiudono con l'umidità e si aprono col secco, venivano usati in campagna come un rustico barometro, affissi sulle porte di casa.